Giovanni Ferrenti, scultore. Opera nell’area delle ricerche astratte tra i più significativi scultori napoletani. Sì forma negli anni '50 nel clima figurativo di Greco, Manzù e Marini. Questi toni bilanciatii tra realismo ed espressionismo, durano fino agli inizi degli anni '60. Nel 1964 alla XXXIII Biennale di Venezia incontra l'opera di Zoltan Kemeny, il suo linguaggio muta radicalmente ed affronta una serie di ricerche sulla via dell'astrattismo internazionale. La sua opera si impone subito come analisi sintattica delle superfici e come risoluzione dei problemi dello spazio e delle sintesi dii materia e di ritmi strettamente aderenti ai moti interni dell'intelligenza della natura. Usa il ferro, la poetica della materia si qualifica nella sua scultura come poetica dei rottame, che si moltiplica, si ripete. Nel 1985 il Comune di Napoli patrocina una grande mostra delle opere di Ferrenti dell’ulltìmo periodo che egli definisce "Degli Spazi Possibili". Quindici grandii opere sono sistemate nella Cappella Santa Barbara al Maschio Angioino, Nello stesso anno vince il Premio Nazionale di Scultura Città di S. Giorgio Nel 1988 espone a Palazzo Reale di Napoli . |