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Psicologia del colore
Introduzione |La vita del colore. Di che colore sei? | Il test del colore | Senso psicologico del colore | Colore ed emozioni

A cura del Prof. Ruggero Sicurelli

Il test del colore

Se il colore è simbolicamente connotabile, allora deve essere possibile ricavare delle informazione sulla personalità di un particolare soggetto qualora lo stesso venga sottoposto ad uno specifico test. Così deve aver pensato M. Luscher (1976), quando ma messo a punto il suo "test dei colori". Nel manuale che accompagna il reattivo in discussione, l'autore ci offre la seguente tabella riepilogativa del significato dei colori di base da lui scelti per esaminare i suoi clienti.

Colore

è

rappresenta

stato affettivo

blu-scuro

egocentrico, passivo, sensibile, com prensivo, socievole.

profondità di sentimento

tranquillità, contentezza, tenerezza, amore, simpatia.

verde

egocentrico, passisivo, difensivo, autonomo, tenace, possessivo.

elasticità di volontà.

persistenza, autoaffermazione, ostinazione autostima

rosso

estroverso, attivo, offensivo, autonomo, trascinante, competitivo, operativo.

forza di volontà

desiderio, eccitabilità, dominio, sessualità.

giallo-brillante

estroverso, attivo, proiettivo, espansivo, ambizioso, investigatore.

spontaneità

variabilità, attesa, originalità, allegria.

 

Da un punto di vista operativo, l'intervistato è posto di fronte ad un mazzetto di otto colori che deve mettere in ordine in base al criterio della preferenza. Un colore fondamentale opzionato per primo segnala un cruciale bisogno psicologico dell'esaminato. Lo stesso colore scelto per ultimo tende ad indicare un'urgenza repressa, ovvero una potenzialità non adeguatamente liberata. Per esempio: il rosso in ultima o penultima posizione potrebbe evidenziare una sessualità repressa o delle momentanee difficoltà su questo versante alimentate da tensioni esistenziali.

Secondo Luscher, una persona normalmente equilibrata, vale a dire libera da conflitti e repressioni patologiche, dovrebbe scegliere i colori primari nelle prime posizioni. Quando al contrario le selezioni elettive tendono a favorire i colori secondari (viola, marrone, nero e grigio), ciò potrebbe voler dire, a suo modo di pensare, la persona abbia un'attitudine negativa verso la vita, che sia attanagliata da uno stress elevato ed irreparabile, ovvero che abbia dei problemi psicologici diversamente profondi.

Luscher fa sovente ricorso a dei cautelativi che riducono il rischio di una lettura rigida e diagnosticamente pericolosa, soprattutto sul piano predittivo. Una strada questa che pare non esser stata scelta da L. Franceschini Rampazzo, che, nel suo Scegli un colore e ti dirò chi sei, pretende di dirci 'morte e miracoli' su quanti accettano di sottoporsi al test del colore. Le sue interpretazioni sono rigide, meccaniche e superficiali. Il suo volume si presta bene a dimostrare come non dev'essere formulata una diagnosi psicologica. Ciò non di meno, l'autrice sembra conoscere sufficientemente bene la letteratura sulla psicologia del colore. Il breve richiamo che segue, servirà al lettore a meglio capire come guardano al colore alcuni psicologi e che uso, a volte, riescono farne.

L'autrice usa il reattivo del Luscher. La sua interpretazione segue in parte quella dell'ideatore del test, per poi perdersi in avventure diagnostiche che sfiorano il ridicolo. Vediamo alcuni esempi considerando la scelta-colore in prima ed in ultima posizione. Se scegli per primo il giallo, che significa vitalità, gaiezza, prosperità e fertilità, allora sei: estroverso, dinamico, ottimista e aperto al nuovo e alla felicità. Al lavoro sei iperattivo, ambizioso, curioso e creativo. In amore sei un amante instabile e poco affidabile. Hai grande facilità di fare amicizie, le quali sono per lo più superficiali. Il giallo opzionato per ultimo indica che sei insicuro, apprensivo e che hai paura del domani e dell'inedito.

Rosso è passione, desiderio e potenza sessuale, lotta e guerra. Rosso in prima? Sei pieno di energie, passionario, competitivo, desideroso di successo, di prestigio e di potere. I tuoi amori? Liti, gelosie e ...storie travolgenti. Se c'è un altro rosso nel tuo orizzonte affettivo, sei destinato a vivere una relazione illuminata dai fuochi d'arteficio. Hai facilità di rapporto sociale, ma sei superficiale. Rosso in ultima? Sei a vuoto di energie, malaticcio e represso sessualmente. Il blu evoca pace, tranquillità, sicurezza e rilassamento completo. Blu in prima? Sei una persona stabile e tranquilla. In amore sei un pò pantofolaio e ...molto tenero. Al lavoro non hai fretta di fare ciò che devi fare, mentre stress e fatica condizionano spesso il tuo agire. Blu in ultima? Sei insoddisfatto e rischi la depressione.

Il verde è speranza. Se hai scelto per primo il verde, sei fiducioso nei confronti del domani, hai tenacia e forza di volontà. Al lavoro dai sfogo al tuo bisogno di essere competitivo, in amore sei fedele e hai poche amicizie, ma durature. Verde in ultima? sei sfiduciato, ansioso, esaurito e temi che la tua forza di volontà venga meno. Il viola è magia, passione, mistero, fantasia. Se hai scelto per primo il viola sei un seduttore al quale è difficile resistere. Pieno di amicizie, non ami i legami troppi profondi. Al lavoro ti senti realizzato nel momento in cui hai modo di dar voce alla tua fantasia. Viola in ultima scelta? Teso ed irrequieto, non sei soddisfatto dei rapporti che hai con gli altri.

Il marrone evoca la presenza di un marcato senso di sicurezza. Se lo scegli per primo vuol dire che hai un estremo bisogno di certezze e che il tuo benessere psico-fisico è minacciato. Al lavoro sei piatto e non hai ambizioni. In amore cerchi solo protezione. Hai poche amicizie. Quando sei in gruppo tendi ad essere un gregario. Marrone in ultima? Hai voglia di emergere, di primeggiare sugli altri. Il grigio va associato alla noia, all'incertezza e all'opacità. Grigio in prima scelta? Sei stanco ed esaurito, al lavoro non hai nessuna voglia di sfondare, in amore regna il piattume più fosco e le amicizie sono rare e di basso impegno emozionale. Il grigio in ultima, invece, significa voglia di farsi sentire e propensione all'invadenza. Nero vuol dire negazione, mancanza di vita e primato del male. Lo scegli per primo? Sei portato a sentirti la 'pecora nera', ti senti giù e scarsamente interessato alla vita. Al lavoro ti arrabbi per nulla, sei una frana e un disfattista. In amore le cose vanno ancor peggio. E' bene evitarti. Chiuso come sei in te stesso, hai poche e provvisorie amicizie. Se scegli il nero per ultimo, significa che hai voglia di vivere e di lottare per il tuo diritto alla felicità.

Cambiando decisamente registro, l'utilizzo più noto della valenza simbolica del colore è stato fatto da E. De Bono (1991). Le sue suggestioni metaforiche hanno trovato spazio applicativo soprattutto in azienda. A suo avviso si può dire che la gente si veste simbolicamente con diversi colori, a seconda della situazione nella quale viene a trovarsi. Tizio è giù di corda? Psicologicamente indossa il vestito il grigio, anche se in realtà la sua scelta può cadere su colori più vivaci. Caio si alza dal letto con una gran voglia di vivere? L'abito giallo che usa ci informa sul suo stato d'animo. La mia autostima è caduta così in basso da farmi sentire una persona disprezzabile? L'abito marrone è quello che più facilmente indosserò.

Cosa fare quando ci si accorge che da troppo tempo stiamo portando un vestito che non ci piace? La cosa migliore è cambiarlo il più in fretta possibile. E' già molto prendere coscienza del nostro stato d'animo predominante. Fatto questo, dobbiamo procedere con lo stilare una sorta di bilancio esistenziale capace di dirci perchè siamo caduti così in basso. Note le cause del disagio che ci perseguita, possiamo progettare il nostro riscatto. Ed è qui che viene chiamato in causa il nostro guardaroba. In gioco c'è il cambio di vestito. E' proprio così! La nostra infelicità è spesso figlia di un nostro atteggiamento negativo di fronte alla vita. Per questo occorre cambiare prospettiva. Si ricordi: pensar male fa male, pensar bene fa bene. La psicologia del colore può in questo senso venirci in soccorso, quanto meno per innescare dei processi simbolici capaci di portar acqua al mulino dell'ottimismo e della speranza.

De Bono ha fra l'altro messo a punto uno specifico test sui "Sei cappelli". La disamina psicocromatica che sta alla base della sua teorizzazione e del suo reativo psicodiagnostico parte da considerazioni associative arbitrarie, seppur costruite in modo ragionevole (esse poggiano sul senso comune). Nei suoi scritti l'autore si esprime metaforicamente, mentre pare che molti fra i suoi lettori tendano a formulare delle meccaniche associazioni simboliche fra i colori dei sei cappelli e le presunte carateristiche psicologiche delle tinte in discussione.

Comunque, De Bono propone ai dirigenti aziendali e agli imprenditori un metodo di conduzione dei gruppi di lavoro che consenta ai partecipanti di esprimersi non solo sui contenuti, ma anche sulle emozioni ad essi sottostanti. Mettere un cappello piuttosto che un altro (la dicitura è: "In questo momento porto un cappello di color ..."), significa assumere la peculiare mentalità di quel cappello e quindi informare i nostri referenti sulle nostre reali intenzioni comunicazionali. Il cambio di cappello ha un valore pragmatico importante: suo tramite si informa gli interlocutori che si sta cambiando atteggiamento.

Venendo ai colori in discussione, l'autore ci propone un quadro sintetico simile al seguente. Il bianco, che è un colore neutro ed oggettivo, riguarda fatti e dati certi e non discutibili. Il rosso suggerisce l'ira, la rabbia e l'istintività. Per questo si usa il cappello rosso per dire: "State attenti, ora lascio spazio alle mie emozioni". Il nero è cupo e negativo. E' un colore che chiama in causa ciò che non deve essere fatto. Si usa il cappello per dire che non si è d'accordo, per distruggere la costruzione logica altrui o per esprimere pessimismo. Il giallo è invece un colore solare e positivo, che si presta bene a segnalare l'informazione "Sono ottimista". Il giallo esprime speranza e pensiero positivo. Il verde evoca l'immagine dell'erba, della vegetazione e della crescita. E' un colore che chiama in causa la fertilità e l'abbondanza. Il verde suggerisce inoltre un legame con la creatività e la nascita di idee nuove. Il blu (azzurro), infine, è un colore freddo, che chiama in causa il cielo e tutto ciò che ci sovrasta. Il blu rinvia al controllo e all'organizzazione del processo di pensiero. Si usa il cappello blu quando si vuol essere freddi e distaccati, per meglio ragionare su ciò che gli altri dicono.

Prof.Ruggero Sicurelli