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Psicologia del
colore Introduzione | La vita del colore. Di che colore sei? | Il test del colore | Senso psicologico del colore | Colore ed emozioni |
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A cura del Prof. Ruggero Sicurelli Colore ed emozioni In un test intitolato Colori ed emozioni, si chiedeva ad un gruppo di studenti universitari di segnalare il colore che, in risposta ad un determinato stimolo linguistico, veniva loro in mente per primo. Il quadro che segue riassume i risultati più significativi dell'indagine. Di quella ricerca è qui sufficiente riportare un quadro riepilogativo alquanto succinto nella tabella che segue. Segnaliamo qui solamente le prime due scelte, ricordando come queste abbiano generalmente coperto insieme oltre il 60% delle indicazioni proposte dagli esaminati (si tratta di un campione di universitari veneti e friulani).
I dati raccolti suggeriscono l'esistenza di una notevole convergenza fra maschi e femmine relativamente alle risposte fornite ai questionari loro proposti. Esistono delle differenze che meriterebbero dei commenti articolati. Si pensi, per esempio, al peso statistico della sorpresa-gialla per i maschi e di quello della sorpresa-bianca per le femmine. Non è questa la sede per affrontare simili argomenti. Qui, invece, è più importante notare come certi colori, più d'altri, si prestino a sollecitare accostamenti con stati d'animo positivi, ovvero negativi. Purtroppo, e questo è un limite del reattivo usato al quale sarà posto pronto rimedio, le indicazioni rinviano per lo più ad emozioni negative. Ad ogni modo, per riepilogare, quelli che seguono sono i riscontri più significativi. Gialla è l'euforia, ma anche la sorpresa. La paura, invece, fa venir in mente colori quali il nero e il grigio. Nero è anche il disgusto, il quale si presta bene ad essere simbolicamente associato anche al marrone. Identica considerazione va fatta per il disprezzo. La delusione, a sua volta, richiama facilmente il grigio. L'ira, infine, si sposa bene con il nero e con il rosso. Nella valutazione psicologica dei colori usati dagli artisti è necessario procedere con estrema cautela, tenendo presente il profilo biografico dell'artista e le specificità ambientali nelle quali opera. Occorre inoltre ricordare che le sue scelte cromatiche possono essere legate a stati d'animo contingenti, ovvero possono scaturire da particolari accadimenti storici. L'esempio che segue ci consente di mettere in luce quanto qui espresso.tutti i diritti riservati; Arteit.it - Tv E' noto come al decesso dell'amico Casagemas, suicidatosi a Parigi nel 1901 a causa di una delusione amorosa, Picasso sia stato ossessionato dall'idea della morte ed abbia scelto il blu come colore cardine della sua tavolozza. Egli stesso commenta questa sua scelta e implicitamente suggerisce che il blu si presta a esaltare la tristezza e la melanconia, che sono dei sentimenti che aprono la via della meditazione quale strumento idoneo a dar senso ad una vita altrimenti insopportabile. Sull'episodica dominanza del blu nelle tele di Picasso, come precisa G. Stein (1995), si è espresso categoricamente C.G.Jung. Questi, in un suo "Studio psicologico su Picasso" del 1932, legge la scelta cromatica in discussione in termini psicopatologici. La sua convinzione: siamo in presenza di un "segno di schizofrenia". Correttamente l'autrice precisa che Jung ha commesso un grave errore di valutazione, poiché, al di là delle lucidi considerazioni espresse dalo stesso Picasso, occorre precisare che il blu è stato da lui scelto per rispondere tecnicamente al bisogno di accentuare, attenuare o capovolgere ciò che il soggetto del quadro dichiara (è un pò un tentativo di esorcizzare l'angoscia di morte vissuta dall'artista). D'altro canto il suo blu, per sua stessa ammissione, è stato rubato agli antichi romani e riattualizzato nelle sue tele in risposta all'esigenza di dare spessore di sacralità ai suoi personaggi. Prof.Ruggero Sicurelli tutti i diritti riservati; Arteit.it - Tv
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